Dentro a ogni crisi si nasconde un’opportunità. Un adagio vecchio quanto il mondo che però racchiude in sé tanta verità.
Questa crisi da coronavirus che stiamo vivendo ce lo mette sotto gli occhi tutti i giorni: lo stravolgimento di vita a cui ha portato ha permesso a tante persone di ripensare il modello di vita adottato fin qui, oltre a scombinare l’ordine economico mondiale.
Che ci sia una crisi economica in atto è innegabile, che sia tutto nero come verrebbe da pensare lo è un po’ meno. In ogni crisi, infatti, c’è chi ci perde e chi ci guadagna: non è cinismo ma una mera constatazione basata sui fatti.
L’industria alimentare e il settore della grande distribuzione organizzata (GDO), ad esempio, hanno visto i loro fatturati crescere a doppia cifra nell’ultimo periodo.
Cambiano le abitudini, non cambia la sostanza
Mangiare bisogna pur mangiare del resto: tutti i lavoratori che erano soliti mangiare fuori casa non hanno più potuto farlo, andando a incrementare i consumi casalinghi.
Più cibo prodotto significa anche più cibo confezionato: altro settore in netta crescita in questo periodo è stato quello degli imballaggi, cartone o plastica fa poca differenza. Il cibo confezionato, infine, va spesso consegnato a domicilio: la richiesta di questo servizio è letteralmente esplosa.
La GDO avrà bisogno di un incremento della forza lavoro? Ne ha bisogno già ora. Inoltre, le abitudini alimentari non torneranno presto ai livelli pre-covid poiché il settore della ristorazione sarà l’ultimo a ripartire, e comunque lo farà a regime ridotto.
Altro settore che farà fatica a ripartire a pieno regime è quello dei servizi per la cura della persona e per il tempo libero: palestre, piscine, centri estetici e parrucchieri non avranno vita facile.
Tutti fuori forma e con i capelli in disordine dunque? Niente affatto. È cresciuta enormemente la spesa per l’acquisto di prodotti per il fitness: tute da ginnastica, pesi e manubri, tapis roulant, cyclette.
Così come è aumentato l’acquisto di accessori e prodotti per la cura fai da te di capelli e corpo; anche quando riapriranno parrucchieri ed estetisti, c’è da scommetterci che in molti preferiranno provvedere tra le mura domestiche.
Gig economy: l’arte del lavoro temporaneo
Se i settori che hanno visto crescere il fatturato durante la crisi potranno aver bisogno di nuove assunzioni, quelli che ne escono con le ossa rotte potrebbero essere costretti a tagliare personale.
Questo apre però il campo alla “gig economy”, modello economico che si basa sul lavoro occasionale: un insieme di servizi offerti -quasi sempre da remoto- da lavoratori autonomi e liberi professionisti.
Il motivo è semplice: l’azienda può avvalersi di un esperto a un costo minore rispetto all’assunzione. Soprattutto per quelle professioni che non richiedono un contatto con il pubblico -si pensi alla quasi totalità delle professioni creative che ruotano attorno ai contenuti- è previsto un forte incremento di questa tipologia di lavoro.
Veloce, agile, da remoto, conveniente: una soluzione win-win per aziende e professionisti. Nonché la prova che se il mondo cambia, bisogna provare a cambiare assieme a lui.